Non sono stati ospiti del Hip Hop Tv B-Day Party un paio di sere fa, ma già lo sapevamo. Sono “sottovalutati” e in certe cose si somigliano, ma guai a tradire la propria città di appartenenza! Perché a Torino e Ravenna non ci sono solo la Mole e la tomba di Dante. Willie Peyote & Moder o se preferite Moder & Willie Peyote come se prendessero una tazza di the insieme.
Se l’altro fosse una canzone, quale sceglieresti?
M: Non riesco a scindere un rapper dalle sue parole quindi direi: Soulful di Willy Peyote e Funk Shui (troppe rime da citare in questo pezzo: “racconti la tua vita a gente a cui non frega un cazzo, le immagini, le foto, l’autoscatto” accurata descrizione dell’italia dei social TOPCLASS)
W: Su due piedi direi territorial pissing, così, a caso.
Sottovalutati non è solo un disco, ma un vero e proprio concept album. Vi sentite tali?
M: Sono la persona sbagliata a cui chiederlo, ovviamente mi sento “SOTTOVALUTATO”, ho addirittura fatto un EP con questo nome. Credo che l’esercito dei “sottovalutati” sia numeroso in tutti i campi della vita…. Occhio però che ci stiamo svegliando.
W: Il mio dirimpettaio è l’autore del disco in questione quindi credo abbia più voce in capitolo. Ammetto candidamente che anche io nel mio piccolo mi sento sottovalutato, ma è un discorso che può essere allargato ben oltre il campo prettamente musicale. Basti pensare a tutti i discorsi sulla meritocrazia nel nostro paese.
Il rap con la band è un possibile scenario per allungare l’hype di questa disciplina?
M: Gli americani già da decenni fanno i concerti con band coi controcazzi. Io per anni ho fatto il fonico e da sempre credo che un musicista possa rivoluzionare in positivo un pezzo rap. Spesso chiamo amici musicisti per le session in studio tagliando e cucendo i loro interventi sul beat. Non so se questo aggiunge hype alla cosa ( non credo ) ma sicuramente aumenta il livello musicale e artistico di un prodotto anche perché oggettivamente il rap sulla dance anni 90 non si può più sentire… (si lo so sono un maniaco della polemica)
W: Beh, non so se serva per allungare l’hype ma personalmente la trovo una strada molto interessante. Una strada che io stesso ho deciso di percorrere coi funk shui project. Diciamo che semplicemente in Italia non siamo abituati ma la ritengo una normale evoluzione.
Cosa manca al movimento Hip Hop Italiano?
M: In realtà non molto, il livello di molte produzioni è oggettivamente alto. Se proprio devo trovare dei difetti all’ hip hop italico direi che spesso manca: coraggio, umiltà, capacità di auto-organizzazione. Un’altra cosa che odio sono i “circolini” di amici (per finta), figli del nepotismo di questa italietta.
W: Secondo me manca la cultura musicale di base. La cultura generale è sempre un pò mancata, ma ultimamente manca addirittura la cultura del rap stesso, intesa come conoscenza e studio di ciò che è stato. Non che io sia uno di quelli infognati con la cultura e le discipline ecc, però non posso davvero pensare che un ragazzo oggi si avvicini al rap senza aver mai ascoltato Biggie. Non è fattibile raga. Seriamente.
Ormai la musica non è più “semplice” musica, ma è promotore di coscienza e movimenti culturali. Come utilizzare tutto questo?
M: Non so rispondere credo che oggettivamente non si possa canalizzare un’espressione artistica e nemmeno utilizzarla per qualche scopo. Non credo che Kool Herc sapesse cosa sarebbe diventato l’hip hop eppure senza di lui questa cultura non esisterebbe. Io non penso troppo a ciò che succederà ma mi impegno al massimo per far succedere qualcosa.
W: Personalmente ritengo che la musica debba necessariamente prendere posizione, ma un artista non può autonomamente ergersi a portavoce di un qualche movimento. Cioè, diciamo che è inevitabile esprimere opinioni e schierarsi facendo musica, in particolare il rap per come lo vedo io, e se ciò aiuta a svegliare le coscienze tanto meglio, ma dipende dalle coscienze stesse.
Il futuro, state già lavorando ai prossimi dischi eh.
M: I progetti sono tanti e spero di farli uscire il prima possibile…. Sicuramente uscirà il prossimo atto di “Sottovalutato” ma in cantiere c’è tanta altra carne al fuoco spero di non bruciare tutto.
W: Per l’autunno è prevista l’uscita del disco firmato Funk Shui project, band nella quale milito ormai ufficialmente da qualche tempo. Dalla fusione tra il disagio che io mi porto inevitabilmente appresso e il gusto musicale che da sempre li contraddistingue è venuto fuori un disco che in un certo senso rappresenta una prima assoluta nel panorama musicale italiano. Parallelamente sto portando anche avanti un progetto solista con sonorità decisamente più electro e anche li i tempi sono quasi maturi per l’uscita.
Un disco “brutto” che secondo te l’altro ascolta?
M: Spero non ascolti dischi brutti, ma nel caso gli augurerei di aver ascoltato la discografia di “Bello Figo” aka “Gucci Boy” perché è la roba più trash del mondo ma fa troppo ridere (Minchieeeee).
W: Non saprei. Secondo me è un fan della dancehall, raggamuffin e affini, la butto lì.
Se l’altro non fosse stato un rapper/artista cosa avrebbe fatto?
M: Non conosco Willy così a fondo ma credo sarebbe stato un ottimo progettista di divani, poltrone e sedie dato che nei sui video non mancano mai (ahahahahahahhaha).
W: Potenzialmente sarebbe potuto finire in un call-center come me ;) Non ce lo vedo a fare il colletto bianco tutta la vita, se non fosse stato un rapper avrebbe comunque lavorato in un ambiente collaterale vicino all’arte e in particolare alla letteratura. Che ne so, tipo nell’editoria.
Ma se fossimo in NBA quale giocatore saresti?
M: Sicuramente Tyrone Muggsy Bogues il nanetto dell’NBA che nonostante tutto stoppava i giganti e se la giocava alla grande.
W: Guarda, direi quel pazzo di Metta Worldpeace per cazzeggiare, per la sua famosa simpatia contagiosa. Sennò azzarderei un Carmelo Antony, eterna promessa.
È meglio Torino o Ravenna?
M: Ravenna per vari motivi: 1- Sono provinciale 2- Odio le grandi città 3- A Torino non c’è il mare 4- Quello che mi è successo a Ravenna non mi potrebbe succedere in nessun altro posto.
W: Non conosco abbastanza Ravenna per esprimere un opinione. Credo di esserci passato una volta in gita in terza media, ma a parte la tomba di Dante c’ho un buio totale.
Quanto vi facevano cagare le interviste doppie de “Le iene”?
M: Dipende dai soggetti delle interviste in media mi piacevano pure. Sto giro i soggetti sono tanto Borderline quanto interessanti (ahhahahahahahha). Un’abbraccio a tutti gli amici, un vaffanculo a chi ci vuole male e una pacca sulle spalle a tutti gli altri.
W: A dirla tutta, non sono mai stato un grande estimatore de Le Iene, però qualche intervista doppia ha avuto il suo perché dai, dipende più che altro dai soggetti. Con i due che hai preso oggi rischi grosso.