C+C=MAXIGROSS
RUVAIN !TEUTONIC! TOUR REPORT
25 – 29 Sept. 2013
25.09 Siegen (DE), Musikbar Schellack
26.09 Hamburg (DE), Reeperbahn Festival
– 16:00 The Italian Aperitif
Grossbühne, Spielbudenplatz
– 18:50 Paddyworld, Spielbudenplatz
27.09 Berlin (DE), , Monarch Berlin
29.09 Graz, Secret Show
Metà agosto 2013: Gianluca di Modernista e Sfera Cubica, che cura il nostro booking e il nostro mgmt ci chiama per dirci che c’è la possibilità di andare a suonare al mitico Reeperbahn Festival di Amburgo e ci chiede se ci siamo… ovviamente si! Quindi contattiamo al volo la nostra amica Anita (proprietaria della mitica Casetta Lou Fai, sede di concerti estivi fichissimi nelle colline veronesi), perchè ora vive a Berlino ed è titolare di un piccolo ma agguerrito booking international, che già c’aveva trovato delle date in Slovenia e Croazia, il Lou Fai Booking. Parte la ricerca nonostante sia molto tardi per le tempistiche nordiche (di solito in Germania i locali si buttano avanti nella programmazione delle date di molti mesi) e Anita ci trova un pugno di succose date.
COLONNA SONORA DEL TOUR:
Risveglio: Kurt Vile – Wakin’ on a pretty day
Pranzo: Neffa e i Messaggeri della Dopa – Puoi Sentire Il Funk
Sera: Jacco Gardner – Clean the Air
25 settembre: Finalmente si parte, non c’è maniera migliore di un mini tour germanico per chiudere la prima tranche del “Ruvain Tour”, con oltre 50 concerti in 6 mesi a supporto del nostro album “Ruvain”, uscito lo scorso aprile per la nostra etichetta montanara Vaggimal e coprodotto da Marco Fasolo dei Jennifer Gentle.
Sveglia all’alba, alle 7 di mattina siamo in macchina (noleggiata a caro prezzo all’ultimo, il furgone è fermo per l’ennesimo guasto) in direzione Siegen, vicino a Koln. Per fortuna non è troppo in alto, dato che il navigatore indica “solo” 10 ore di macchina.
Pranziamo sperduti in Baviera, trovando a caso uno splendido ristorante in mezzo alla natura, in un’atmosfera decisamente surreale e bucolica: tutti i clienti ai tavoli parlano sottovoce, e il volume “italiano” delle nostre risate e delle nostre chiacchiere desta un po’ di scompiglio, con le cameriere vestite di abiti tipicissimi che ci guardano sospette. Mangiamo delle cotolette eccezionalmente unte e saporite (forse le più buone di tutto il viaggio) e ripartiamo: la strada è ancora lunghissima!!!
(Sperduti in Baviera tra Schnitzel da sogno e gente che mangia in silenzio, talvolta parlando veramente sottovoce)
Dopo 12 ore di macchina (troviamo code infernali nelle autostrade gratuite ma intasate della Germania) arriviamo al pelo a Siegen. Il locale Musikbar Schellack è carinissimo e il pubblico ci stà già aspettando: la gentilissima cameriera ci racconta che in quella città non passano mai gruppi stranieri, per cui siamo una vera e propria attrazione folkloristica! Suoniamo gioiosamente stremati dal viaggio un set totalmente acustico (il locale non ha un impianto), e il pubblico si scioglie pian piano, liberandosi definitivamente con un applausone finale. Vendiamo 15 cd e non ci par vero che il nostro primo concerto germanico vada così bene! Dopo qualche pinta di birra corposa si va subito a nanna in un locale del ragazzo della cameriera che si chiama Vortex, in onore dei Motorpsycho e del loro pezzone Vortex Surfer. La sveglia è nuovamente killer: ore 8 a.m. siamo in macchina perché dobbiamo arrivare ad Amburgo alle 13!
(Siegen, fuori dal Vortex dove abbiamo dormito, giustamente in onore dei Motorpsycho, in quanto una delle bande più fiche di sempre)
26 settembre: 5 ore di viaggio, un po’ di ritardo per le code che troveremo per tutto il tour, ed eccoci nella modernissima Amburgo!
Gianluca e Anita ci aspettano già nella location, in pieno centro di Amburgo assieme a Fabio di A Buzz Supreme, nostro editore e responsabile anche lui del contatto Reeperbahn. Il nostro palco è molto carino, in una piazza colma di palchi e palchetti, circondata da locali che fanno programmazione tutto l’anno. Una vera e propria città dedicata alla musica!!! Non c’è soundcheck per noi a parte un breve linecheck, si sale sul palco e si inaugura il The Italian Aperitif, così si chiama l’evento principale per cui siamo saliti in Germania. Suoniamo belli carichi e cerchiamo di smuovere un pubblico di addetti al settore un po’ freddini. Dura gran poco e vorremmo suonare ancora un’ora, per fortuna abbiamo un altro show acustico da fare a pochi metri di distanza dallo stesso palco. Giusto il tempo di bere un po’ di Nero D’Avola versato in ingenti quantità come se fosse birra dalle cameriere dell’Aperitif, ascoltare per la prima volta della nostra vita gli A Toys Orchestra ed eccoci sul palchetto acustico. Suoniamo dopo i graziosi e simpaticissimi Fabrika, dalla Puglia Sounds con amore, e qui tiriamo fuori il nostro lato acid folk, a suon di 12 corde, flauti e coretti. Il pubblico questa volta reagisce benissimo, complice il finalone di “Josè”, con il nostro tenore Ambro Franz che con la sua ugola d’oro scende in mezzo al pubblico “cantando a mi vida”.
(Reeperbahn! Palco 1 = Roccheggio!)
(Reeperbahn! Palco 2 = Freakkeggio!)
Anche questa è fatta, per oggi siamo liberi. Non vediamo l’ora che sia sera per goderci il concerto del nostro nuovo beniamino. Si chiama Jacco Gardner, è olandese, fisicamente dimostra 15 anni (comunque pare che ne abbia poco più) ed è titolare di un progetto fichissimo di folk psichedelico decisamente ispirato dai primi Pink Floyd di Syd Barret (talvolta fin troppo calligrafico). Nell’attesa Gianluca ci porta a vedere Ghostpoet, hip hop evoluto misto dubstep e molto altro di cui noi non abbiamo minimamente idea. Location incredibile (una discoteca sotto terra in pieno centro città) e musica futuristica, molto interessante, soprattutto per chi è a caccia di nuovi suoni. Ma ecco che finalmente andiamo da Jacco, ed entriamo in un’altra dimensione… sembra di essere tornati nell’Inghilterra del 1968, tra Barret e qualche progetto folk di Canterbury. Arpeggi di acustica impeccabili, riverberi ed echi psichedelici misti a bassi e batterie groovvosissimi ci fanno passare un’ora di vera e propria lisergia dentro un teatrino dedito durante l’anno a spettacoli horror, insomma pura magia. A fine concerto andiamo da Jacco & his banda a complimentarci per lo splendido show, gli regaliamo il nostro disco e ci auguriamo di rivederlo presto (a novembre magari quando passerà dall’Italia).
È tardissimo e siamo morti di stanchezza: dritti a nanna da Theresa, ex coinquilina tedesca di Carlotta, che gentilmente ci ospita in un loschissimo e inquietante quartierone simil sovietico.
27 settembre: Questa volta dopo aver dormito un pelo di più, ci dirigiamo verso la grande Berlino. Che emozione!
(Entrata trionfale a Berlino)
Arriviamo naturalmente in ritardo al locale, facciamo souncheck dopo innumerevoli casini (la batteria che ci prestano i mitici canadesi The Burnin’ Hell è dall’altra parte della città rispetto al locale Monarch) e andiamo a mangiare il kebab e falafel più buono della (nostra umile) storia. Un libanese di cui non ricordiamo il nome, ma è a Kreuzberg vicinissimo al Monarch (Anita, come si chiama?), andateci per il vostro bene. Incontriamo a caso una nostra amica trevigiana per strada che vive a Berlino da una settimana, la invitiamo con tutti i suoi amici a venire a vederci (ciao Bea!) e iniziamo lo show. Alle 21 il locale è vuoto. Alle 21e15 è quasi pieno. Puntuali i ragazzi!!! Iniziamo, roccheggiamo, tra un pezzo e l’altro parliamo un misto di inglese e italiano visto il numeroso pubblico italico, facciamo ben 3 bis acustici e tutto va a finire bene. Non poteva andare meglio! Il pubblico comprendeva italiani venuti a caso solo perché eravamo italiani, veronesi che indirettamente ci conoscevano di persona, norvegesi, canadesi e tedeschi naturalmente… very international! Beviamo per festeggiare con la barista un cocktail tipico quassù, con un nome tipo il Mexican: vodka, roba piccante e pomodoro. Figata, siamo felici. Per il dormire questa volta ci dividiamo in un po’ da Anita e gli altri nella legnosissima casa di amici super musicisti, Teo (ex Disco Drive) e Carlo, che suonano nei fichissimi Esperanza, gruppone elettro per cui il nostro Franz fa il fonico live.
(Maxigross + Anita = Alexander Platz)
28 settembre: Day off in un sabatone meraviglioso: cielo limpido con sole, clima caldo con strascichi di estate, visite in negozi di dischi (solo vinile) immensi, vestiti usati stilosissimi e un’atmosfera di grande dinamismo giovanile e creativo per le strade, manco fossimo a Berlino…
(Franz aggiunge un nuovo capo di abbigliamento alla sua collezione di pellicce, in barba agli animalisti)
(Space Hole, vinili e solo vinili)
28 settembre: Un’altra sveglia assassina alle 7, e alle 8 siamo di nuovo sulla strada perchè dobbiamo essere a Graz (Austria) alle 19. Le solite 10 ore quotidiane di macchina più ritardi vari non ce le toglie nessuno!
E infatti sotto la pioggia arriviamo a Graz alle 20, in una sala prove di un gruppo hard core che gentilmente ci ha concesso il suo spazio per organizzare questo house concert, da un’idea di Thomas, promoter dell’evento super punk. Essendo solo in 4 senza Carlotta (che ha preso un aereo per tornare a Milano per un colloquio tesi) suoniamo un set veramente hard psichedelico. 4 pezzi in 40 minuti. Dilatiamo e pestiamo all’inverosimile, sia per restare svegli sia per essere degni di suonare dopo il gruppo proprietario della sala prove, che c’ha sfondato le orecchie a suon di punk misto metal misto sudore misto birra misto lingua tedesca misto inglese. Comunque tutti simpaticissimi, il pubblico punk si scioglie con i nostri bis acustici, sempre molto romanticoni, e strappiamo sorrisi, risate e ci comprano pure qualche ciddì.
(Franz Strozuk, punk metal core con un nome è la probabile storpiatura di un personaggio famoso austriaco o un gioco di parole. Gentilissimi comunque in maniera proporzionale alla cattiveria della loro musica!)
Siamo un po’ tristi ma felici. Il tour è finito. Andiamo a nanna da Thomas che ci ospita nella sua casa piena di poster e cd di musica indie americana anni novanta, tipo Grandaddy. E infatti anche il cd del suo gruppo (Robotra) è proprio Low Fi americano so nineties. Ce lo ascoltiamo sulla strada del ritorno lunedì mattina.
(Paesaggi belli e malinconici sulla strada del ritorno, tra pale eoliche alte come grattacieli)
30 settembre: viaggio di ritorno sotto la pioggia. Superiamo le maestose alpi, facciamo un mini osteria tour dall’altezza di Udine fino a Venezia, dato che il crudo e il vino bianco da ‘ste parti lo fanno proprio bene.
50 date se ne sono andate, la prima stampa del disco “Ruvain” è già finita, e ora ci aspetta un mese di pausa dai concerti. Non vediamo l’ora di ritirarci su in montagna a Vaggimal a comporre i nuovi pezzi che abbiamo in testa per poi ripartire a novembre con la seconda parte del “Ruvain Tour”. Siamo veramente gasatissimi perché vogliamo inserire nuovi suoni (Mellotron, vocoder, mandolino), nuovi visual psichedelici per i live e poi stamperemo delle nuove versioni viniliche di “Ruvain” ricolme di sorprese. Tutto questo non prima della festa per il 4° compleanno della nostra etichetta montanara Vaggimal Records!
Non finisce qui insomma, ci rivediamo a novembre in giro per il mondo!
Grazie a Gianluca e Damiano di Modernista & Sfera Cubica, a Fabio e Andrea di A Buzz Supreme, a Anita di Lou Fai Booking, a DLSO che ci da sempre un po’ di spazio prezioso, a Vaggimal Records, a Vallata Promotion e tutti voi che ci seguite non stop!
Abbraccioni worldwide,
C+C=Maxigroße
UN PO’ DI LINK UTILI
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http://vaggimalrecords.bandcamp.com/album/ruvain
http://abuzzsupreme.it/
http://www.sferacubica.it/
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