Lo splendido, nuovo, disco degli M+A, These Days, raccontato traccia per traccia tra parole ed immagini.
B-SONG
All’inizio c’era solo un campione di batteria che volevamo usare per fare un pezzo à la Beck. Doveva essere una pausa dal disco, un pomeriggio di vacanza in cui ci saremmo divertiti ad imitare Beck come un bambino può divertirsi ad imitare Tex Willer o un indiano. Alla fine ce ne siamo fregati e il brano l’abbiamo tenuto nel disco.
WHEN
Avevamo già terminato la scrittura del disco e stavamo ricontrollando tutti quei brani che di solito si perdono per strada o si nascondono, come i nerini della fuliggine nelle vecchie case. La questione era semplice: se non ci fossero stati brani decenti, almeno dieci, capaci di affossare These days, l’avremmo fatta finita con gli M+A. When era uno dei dieci. Da quel momento in poi abbiamo pensato These Days come un buco e un incastro: l’incastro è these days, il buco sono tutti i dischi possibili che non siamo riusciti a fare. Grazie a quei dischi non ci siamo sciolti.
DOWN THE WEST SIDE
All’inizio volevamo scrivere un nuovo inno per il Brasile, poi abbiamo pensato che saremmo finiti come i Muse con le olimpiadi di Londra, così abbiamo optato per la suoneria di un cellulare.
FREETOWN SOLO
Questo brano doveva iniziare solo con il giro di pianoforte. E’ forse il primo brano che abbiamo scritto per These days, due anni fa ormai. In studio quel pianoforte che doveva partire da solo e che invece parte con la batteria ci ha fatto ammattire (cfr. Andrea Suriani).
GAME
L’abbiamo scritto e registrato durante il mix, in un paio d’ore, prima di andare a letto. E’ talmente magro a livello di arrangiamento – rispetto agli altri pezzi! – che ci siamo concessi il lusso di fare degli schiocchi di dita uno spinoso problema
NEW YORK THERE
È il brano più cupo. Se fosse un oggetto e dovesse essere messo in un posto, forse sarebbe a Roseland (NYC).
L.E.M.O.N.
Avevamo due pezzi e li abbiamo uniti con un assolo. Quell’assolo è forse la parte del disco che preferiamo. La take iniziale durava quasi un’ora: ci alternavamo alla tastiera mentre gli accordi continuavano ad andare in loop. Il disco poteva anche essere tutto così. Stiamo cominciando a ridimensionare la cosa solo ora. Senza il colpo di sole finale sarebbe stato il brano più cupo.
PRACTICAL FRIDAY
All’inizio zoppicava un po’ e credo che il salto ci sia stato grazie alla batteria di Marco Frattini.
DE-LIGHT
Questo pure zoppicava un po’ e credo che il salto ci sia stato dopo che abbiamo tolto la batteria di Marco Frattini.
SLOW
Doveva avere un ritornello simile a Song 2 dei Blur. Non so perché, completamente a caso, e come da copione, giustamente, non ha niente di Song 2 dei Blur.
MIDNIGHT RADIO
È il brano più disteso del disco. Abbiamo usato diversi campioni per la prima parte, mentre il blocco con il pianoforte è forse ciò che resta della maniera in cui abbiamo metabolizzato Scenery di Ryo Fukuy.