“Close your eyes
Swallow the sun
You have only just begun”
Bones inizia così, con un avvertimento, e io mi sento come il capitano di una nave che ha dimenticato come si usano i comandi proprio nel bel mezzo di una tempesta. Rimango immobile, nonostante gli addestramenti e gli anni di esperienza, io rimango immobile. Le lancette invece girano impazzite sui quadranti, l’unico che come me sembra perso è l’ago magnetico della bussola senza il nord. Vedo i marinai tagliare le vele che volano via come aironi, io mi sento sbattere e sventolare come una Polaroid.
Ma dove siamo? Non si vede niente. Le grida e i rullanti (onomatopea: trsght) di Lott in Change Is Everything sono il vento, le onde che s’infrangono, la schiuma che ricopre le cose, un ragazzo che afferra il timone appena in tempo per non far rovesciare l’imbarcazione. E io sono ancora qui, fermo c0n le gocce d’acqua mi solcano la faccia come fiumi sulla carta geografica, com’è possibile che non ricordo più nulla? Ho paura.
Un’onda altissima si schianta sulla chiglia, ora imbarchiamo acqua, io ancora non capisco perché mi sembra tutto così nuovo e sconosciuto da farmi stupire di ogni cosa, che differenza ci sarà tra risacca e la bonaccia? E come si scriverà ABABORDO? Uomo in mare // MAY DAY MAY DAY. Mi sento in un film, immagino gli scenari apocalittici di Moby Dick con il distacco di un uomo seduto sul divano in salotto. Ad un tratto scopro che il rumore del mare non è quello che si sente appoggiando l’orecchio alla conchiglia, è molto più forte, così forte che non si riesce nemmeno a pensare, mi tengo aggrappato a quello che trovo per non scivolare. Le percussioni così pesanti e industriali sono come crampi allo stomaco.
Capitano!Faccia qualcosa! – sento delle urla ma vedo solo un muro d’acqua grigia che sta per travolgermi, ho la faccia gelida e il labbro inferiore sta sanguinando, me ne accorgo perché il sangue è l’unica cosa calda in questo posto gelido. Vorrei pregare, o anche soltanto parlare con qualcuno, ma il rumore è fortissimo e non riesco nemmeno a sentire me stesso. I suoni un po’ spaziali e senza gravità di Flight prima, e i ritmi quasi tribali e terreni di This Time poi, aumentano il mio desiderio di essere da un’altra parte. Io ancora immobile, inerme davanti a tutto questo.
Prenda i comandi, Capitano! – grida qualcuno con tutta l’aria che ha in corpo. Afferro la ruota del timone con le mani in posizione mezzogiorno e un quarto, oppure potrebbero essere anche le tre in punto, come si può decidere qual è la lancetta dei minuti e quale quella delle ore? Ecco, mi sono distratto di nuovo. Con tutta la forza giro il timone verso di me ma dopo un attimo vengo scaraventato a terra da un colpo di vento violentissimo. (“Am I the only one? Where are the others? I am the others” in I Am The Others) Sento il mal di mare torcermi le reni, da sdraiato guardo il cielo e ho la percezione che la pioggia ci sta spingendo impetuosa verso l’abisso.
“Close your eyes
Swallow the sun
You have only just begun”
Chiudo gli occhi dietro alle lenti ormai appannate e ormai inutili, mi porto la mano aperta alla testa per salutare la nave, come avevo visto in qualche film. Se ci fossero dei violinisti vorrei sentirli suonare come mentre affondava lentamente il Titanic. La voce In White Lies mi culla piano la testa, l’acqua salata degli occhi si mescola a quella del mare. Mi viene da pensare che le nostre rotte si sono trasformate in ossa rotte. I cori maestosi si trasformano poi in un viaggio mentale sotto acidi che non mi fa sentire ne provare più niente.
Quando riapro gli occhi il cielo si rasserena, allora un po’ anche io.
Aspetto che qualcuno mi venga a salvare, aggrappato ad una cassa di spezie.
“Breathe in, breathe out
Breathe in, breathe out
Breathe in, breathe out
Take the light, shadows here
From this room”
Il disco è uscito il 23 giugno, lo streaming lo trovate qui.