In occasione dell’uscita del roadmovie “Il Premio” con la regia di Alessandro Gassmann abbiamo incontrato il cantautore romano, e ora anche attore, Wrongonyou alias Marco Zitelli autore di “Shoulders” brano principale della colonna sonora e anche interprete nel film.
Vuoi raccontarci del tuo incontro con Alessandro Gassmann e di come è nata l’idea del film?
Ero in furgone, prima data del tour di The Mountain Man, mi chiama al cellulare un numero sconosciuto, rispondo ed era Alessandro! Mi racconta la sua idea del film e mi parla delle musiche, infine mi dice che gli piacerebbe avermi nel ruolo di suo figlio! Scoppio a ridere e anche con nessuna esperienza attoriale accetto mettendo le mani avanti! Ma Alessandro mi ha tranquillizzato dicendomi “tranquillo, se sei un cane te lo dico“.
Avete girato molte location per questo film “on the road” dall’Italia a Stoccolma. Com’è stato andare in “tour” e condividere l’esperienza del set con attori giganti come Gigi Proietti, Anna Foglietta e in primis Alessandro Gassmann?
Io sin da bambino sono un grande fan di Gigi e crescendo lo sono diventato anche di Alessandro e di Anna… Quindi ritrovarmi da fan a “collega” è stata una grande emozione, in più direi anche un corso accelerato di cinema! Ho potuto imparare tanto, non solo come attore ma anche come persona! Gigi è una persona speciale, essere riuscito a conoscerlo e aver ricevuto tanta stima e complimenti da parte sua e di tutti è stato un grande onore.
Pochi giorni fa è stato pubblicato “Shoulders”, brano principale della colonna sonora del film in collaborazione con Maurizio Filardi. A cosa ti sei ispirato per questo brano?
Un punto principale e fondamentale del film è quando si arriva in Danimarca e c’è l’incontro tra Andrea (io) e Oreste (Alessandro Gassmann), ovvero padre e figlio. Lì il padre scopre che il figlio è riuscito a farsi da solo… Parla proprio di questo il brano «I Belive in My Shoulders / credo nelle mie spalle». Nel senso: posso farcela, sto dritto e vado avanti!
A marzo parteciperai al SXSW Festival di Austin, una delle realtà più importanti nel panorama musicale internazionale. Cosa ti aspetti da questa esperienza?
Come ogni festival importante dove sono fortunatamente stato cerco di non aspettarmi nulla! Cioè voglio arrivare lì e scoprire! Come al Primavera Sound di Barcellona, il SXSW è uno di quei festival che ho sempre voluto andare a vedere… e invece mi ci ritrovo come artista! Di questo sono davvero grato ed emozionato!
Negli ultimi due anni è decollata la tua vita professionale: i primi tour in trio, l’incontro con la Carosello Records, la sostituzione completa della band, il disco in uscita. Che impatto hanno avuto a livello artistico tutti questi cambiamenti su di te?
Ormai si è creata una vita parallela a quella privata, tanti cambiamenti e tante sensazioni, la cosa dura è rimanere veramente con i piedi per terra… È davvero facile perdersi o essere divorati. Quello che voglio è stare nella voce! Cantare e basta, continuando a fare tutto questo con il cuore e cercare di non rincorrere il successo, prima di Wrongonyou c’è Marco.
Ti conosciamo per il tuo stile folk internazionale e ti sei sempre espresso cantando in inglese. Hai mai pensato di cambiare rotta e cantare in italiano? Pensi che questo potrebbe snaturare il tuo stile dovendolo adattare ad una metrica diversa?
In questi ultimi mesi sto provando a scrivere in italiano e stanno anche uscendo delle cose carine seppur non le sento come un mio vestito, ma mai dire mai! Collaboro con cantanti italiani appunto per vedere cosa esce, l’importante è che resti sempre io… La metrica si risolve!