Indian Wells è senza dubbio il Panatta dell’elettronica made in Italy, uno dei pochi con le capacità per vincere la Coppa Davis o un torneo del grande slam, tenendo testa ai signori dell’Atp mondiale. Il campioncino nostrano terrebbe tranquillamente testa a campioni del calibro di Federer/Lapalux, Djokovic/Shigheto o Nadal/Mount Kimbie, giocandosi le sue carte al meglio e sbaragliando con un facile 6-0, 6-0, il resto della concorrenza.
Le due tracce che fanno d’anteprima all’imminente uscita di “Night Drops“—Bad Panda Records—prima fatica sulla lunga distanza, sono colpi precisi, dritti e rovesci che spaccano in due il game dell’ascolto.
“Wimbledon 1980” è una traccia ambientale, in cui la parte ritmica è sviluppata sulle note dello scambio infinito tra Björn Borg e John McEnroe, uno dei più famosi della storia, poi vinto dallo svedese (ndr). Un mantra lunghissimo, in cui bassi gonfi ed accoglienti si stagliano su melodie intensissime, una storia di lotta ed amore, in cui si può sentire la fatica degli atleti, i polpacci che si induriscono, i polsi che girano fino a rompersi, le braccia farsi sempre più pesanti.
La successiva “Deuce” è una demi-volée imprendibile, un colpo magistrale eseguito con perfezione quasi assoluta. La melodia ripetuta all’infinito, il kick che entra leggero senza fare male, avvicina questo producer nostrano alle produzioni di Nathan Fake, riportando indietro di qualche anno il nastro delle immagini.
Queste due tracce sono come due set vinti a Wimbledon o al Roland Garros, due ace consecutivi, che accendo i riflettori su uno dei tennisti, ops producer, più in forma della nostra scena.