C’avevo visto lungo quando, qualche tempo fa, linkai questo album ad un mio caro amico che di soprannome, guarda caso, fa grillo. “Ascolta bene Grillo perché merita” dissi, lasciando intendere un significato ambivalente, ma assolutamente veritiero. Sì perché da un lato volevo esortarlo ad infilarsi nelle cuffie questo disco e dall’altro un po’ come un mantra mi ripetevo, facendolo anche con gli altri, di dare un ascolto a questo “A” che pareva essere un gran bel lavoro.
Mai esortazione fu più giusta, mi dico ora riascoltando attentamente i beat e le tracce create da questo producer milanese che passa con facilità estrema dal campionamento funk ai brani grami e duri più di un dritto di Joe Louis, dal pezzo pieno di flow su cui muovere testa e spalle a tempo in pieno stile Don Lurio al cassone proto dubstep con annesso basso che devasta i sub. Questo A è fusione perfetta e ben riuscita di future music, drum potenti allo sfinimento e scenari sinuosi, dubbati all’estremo. Un lavoro dal gusto assortito dove elementi diversi si fondono a formare una pietanza dal gusto esplosivo, adatto ai palati più disparati.
Se avete bisogno di un disco fresco, con cui fonare i capelli agli amici che entrano nella vostra stanzetta a provare l’impianto nuovo, se volete fare un bel viaggio tra synth 8-bit ed atmosfere profonde, se cercate il sound che possa portarvi in un bel saliscendi emozionale trascinandovi su e giù come se fosse su delle rotaie filmate da Henry King, questo è l’album che fa per voi.
Ascoltati A, A come Absolutely Amazing.
Bonus, ascoltati il mixato che ha fatto per Mixology.