Se è vero che non tutte le ciambelle riescono col buco, la copertina del disco d’esordio degli Etruschi From Lakota sembra invece voler sottolineare che il “Laboratorio dolciario” di Nicola Baronti conosce un segreto. Ebbene sì, il produttore di Zen Circus, Criminal Jokers e Il Pan del Diavolo ha colpito ancora.
Dario Canal (voce), Simone Sandrucci (chitarra), Pietro Marini (chitarra), Diego Ribechini (basso) e Luigi Ciampini (batteria) sono 5 ragazzi della provincia di Pisa (rieccola…deve essere l’aria allora!) che poche settimane fa hanno pubblicato I nuovi mostri, loro primo disco, per la Phonarchia Produzioni (collettivo/etichetta che fa capo allo stesso Baronti). Abbiamo chiesto di raccontarcelo, canzone per canzone, per cercare di carpire il segreto dell’etrusc-rock. Vi raccomandiamo – e non ve lo diciamo spesso – di prestare attenzione anche ai testi.
1. ELENOIR
Elenoir è stata la track più facile da assimilare, forse perché è quella che possiede le caratteristiche più simili al nostro natural-sound.
Il pezzo si doveva chiamare “Night Club” e forse per le tematiche e per come viene interpretata poteva rimanere una valida soluzione.
2. GUERRA TRA POVERI
Noi la chiamiamo ancora “Pubblico Ufficiale”, ma in quel caso il messaggio del testo sarebbe stato traviato. L’idea è far capire che ci scanniamo ancora tra di noi, in questo caso la pattuglia e un civile, dimenticandoci veramente con chi bisogna prendersela.
3. P.M.P. (Panorama Musicale Provinciale)
Questo brano avrebbe bisogno di tanto spazio di discussione perché ha tante variabili e tanti punti di vista.
Il testo è chiaro e deciso, ma attenzione a non fare i provinciali nell’interpretarlo.
Noi siamo cresciuti in un ambiente difficile a livello umano e culturale. P.M.P. è uno sfogo.
4. UNA STORIA
Uno dei pezzi più diretti. Pezzo scritto d’impeto, chitarra-voce come la maggior parte dei brani: in questo però c’è più rabbia che ragione. Il testo ha poco da spiegare: è realtà odierna e non solo… fa quasi paura pensarlo.
5. I NIPOTI DI PABLO
Riccardo Stefani ci ha donato questa riflessione come se fosse per noi una seconda pelle.
Si parla di lavoro, che dalla generazione di De Gregori fino alla nostra ha mostrato cambiamenti enormi, ma si tiene purtroppo ancora le solite ed enormi lacune…
6. AULIN
Aulin è stata scritta nel sedile posteriore di una macchina, unico posto tranquillo dove poter suonare in santa pace, fidatevi.
Raptus di ricordi e di rabbia, qualcuno dice ‘storie di famiglia’… non solo un pezzo che va contro alle multinazionali dei farmaci.
Si ringrazia i dischi di Rino Gaetano per la libertà che le sue idee lasciano alle parole.
7. IL POLITICO ALTERNATIVO
E’ la parodia meno politica di tutto l’album. Se ci si pensa è proprio cosi, abbiamo soltanto constatato la “Normalità” delle cose,
quelle che non cambiano mai e nessuno vuole ammettere, PUBBLICAMENTE.
8. INSETTI
E’ l’ultimo ad entrare nella scaletta dei ‘Nuovi Mostri’.
Testualmente è un pezzo studiato, dove ogni frase rischiava di essere pericolosa e incomprensibile. Siamo riusciti a tirare fuori “una sagoma di paese”. La citazione Jim Morrison-Fat Boy Slim era d’obbligo…. ci stava troppo bene!
9. NESSUNO SI MUOVE
Abbiamo deciso di accelerare il brano dopo i primi ascolti, per evitare che le parole diventassero troppo pesanti.
Il ritornello prende spunto da ‘Canzone del Padre’ di De André… la ruggine “attanaglia” le persone…
10. RE DEI GIUDEI
E’ un pezzo molto complesso, ci abbiamo lavorato per diverso tempo provando e riprovando diverse soluzioni musicali. Abbiamo optato per quella che dava più spazio alle parole e fosse in parte fedele alle citazioni di Jesus Christ Superstar.
11. VENGO ANCH’IO
Oltre ad aver modificato strutturalmente il testo, abbiamo cercato di rimanere il più possibile nel nostro, tenendo groove e atteggiamento alla Celentano e Co.
Abbiamo aggiunto una strofa nello special di Dario Fo, non solo per omaggiarlo ma anche per farci ricordare…
La scelta è caduta su questo pezzo perché rientrava sia testualmente che concettualmente nell’idea finale del disco.
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