Se internet potesse parlare, direbbe: “I did it for the lulz“.
Fare qualcosa perché fa ridere è indubbiamente la motivazione migliore, più naturale e più condivisibile del mondo. Non c’è nulla di meglio di ridere, neanche Berlusconi paralizzato (cosa che comunque farebbe molto ridere). Ed è con questo scopo che in una skypata di cinque anni fa i Lolocaust, cioè Sgherl, Mr. Gulag, Mortecattiva, Chef Ragoo e Padre P.Yo (che ora forse ha deciso di farsi chiamare Pedar P.Oy diventando la versione uncle-dolaniana di Snoop Lion), si sono formati. Ah, per chi volesse, la skypata è fruibile dal loro soundcloud.
I Lolocaust, secondo il principio de il primo che butta giù la prima strofa decide l’argomento del pezzo, parlano di scemate ma non sono scemi, come del resto quasi tutti quelli che fanno davvero ridere. Per dire, Mortecattiva è su internet a postare canzoni e cazzate dal ’99 sotto il nome di Aggettivo 7 e Chef Ragoo ha una pagina wikipedia che farebbe invidia all’ego di Gigi D’Alessio. E come ogni cosa che fa davvero ridere, il modo in cui trattano gli argomenti i Lolocaust è assolutamente politically incorrect, per usare un eufemismo. Insomma, questo disco non può non piacervi, come non può non piacervi una barzelletta su Ray Charles. In Homocaust il linguaggio è quello dell’internet e si trattano cose che più attuali non si può, tipo: RENATO DI REALTIME, problemi e soluzioni dell’immigrazione nelle città italiane e, contando che il disco è uscito il 15 Marzo, nel freestyle del Pernazza che fa da intro al disco viene pure menzionato il neo-papa argentino che è stato eletto il 13 dello stesso mese, per dire. Se nel rap regna chi è più veloce, più tagliente, più attuale, beh, i cinque paladini del lol hanno vinto a mani basse.
Più li si ascolta, più è chiaro come questi cinque cazzoni abbiano tirato su il gruppo più trasversale della scena italiana dai tempi di Gem Boy e EELST e questa trasversalità si palesa nella varietà di comparsate presenti nel disco, dove troviamo gente del calibro di: Alberto Pernazza degli ex-Ex-Otago, Fritz da Cat, Osvaldo Paniccia, Inoki, Carlo Maria Rogito, Gemitaiz e Cipro, il cameriere rumeno del mio pub preferito (ndr l’Old Fox Pub di Milano) che ho convinto a prestare le sue doti canore per l’intro di Ossai (è successo davvero).
La produzione è migliore del precedente Moccia Music e in Clint Morningwood si raggiungono vette notevoli, tanto da averci messo un po’ troppo a capire che il pezzo non era un semplice campione dei Gorillaz. È questa la bellezza di Homocaust, l’immediatezza e la genialità che collidono nel LOAL senza filtri. Vietato offendersi.
Il disco è disponibile dal 15 Marzo in pay-as-you-want dal loro bandcamp ed è possibile contribuire su musicraiser alla stampa delle copie fisiche. Hanno già raggiunto e superato il 100% dell’obbiettivo in 3 giorni 24 ore, ma potete ancora dargli una mano. Io mi sono aggiudicato il pupazzetto di Mortecattiva che userò per scopi “ludici”.
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