Il nostro appello ha avuto numerosi riscontri. Gli avvistamenti sono stati molteplici: c’è chi giura di aver visto la superoina ad un corso di yoga nella periferia di Milano, chi l’ha trovata in un circolo arci di Scandicci. Ma la testimonianza più sconvolgente ci arriva da Marco Annichiarico, che si trovava presente, suo malgrado, il giorno in cui la nostra reporter Michelle Davis ha scattato questa foto. Marco si aggiudica così la vittoria del SUPERCONTEST di UNEPASSANTE.
Marescià, mi deve credere, non ho fumato nemmeno un tiro dall’ultima volta che m’avete pizzicato. L’ha visto, non c’avevo manco un filo d’erba. Sì, è vero, ci stavo al parco ma solo per prendere un po’ d’aria che quella, mia moglie, mi scassa tutti i giorni se me ne sto a casa a guardare alla durso. Che a me quella donna piace proprio assai. Sapete Marescià, si chiama Maria Carmela proprio come a mammà, pace all’anima sua, ma tutti la chiamano Barbara. Come? Ah, scusasse Marescià, non vago oltre. Dicevo che io, dopo fatto il pisolino, il pomeriggio me ne vado al parco a pigliarmi l’aria buona. Infatti ci stavo seduto lì quando ho visto un gatto che stava inseguito da un cane. E quello dietro abbaiava e quella davanti scappava. Che quella davanti, sono sicuro, era femmina, che quelle scappano più forte. Sembrava tale e quale a Giulietta, la gatta mia che è scomparsa l’anno scorso! Quello dietro invece era maschio perché ci ha preso in pieno all’albero e continuava a fare “càicài” mentre il padrone se lo guardava scotolando la testa. Che io, Marescià, lì per lì ci ho pure riso. È quando sono andati via che è arrivata a questa tutta costumata che mi pareva a quella che ci stava in tivù tanti anni fa e io ci ho pure riso e mi sono detto “e chesta comm cazz s’è vestut?”. Come? Ah, scusasse Marescià, è che è tutta colpa di mia moglie, lei non la conosce ma quella ci toglie i pugni di mano a Cristo. Sì, sì, scusasse, continuo subitamente. Dicevo che quella è arrivata e si è piazzata sotto all’albero e s’è messa a guardare in su; mi pareva la gattara uonder. Che io l’ho capito subito che cercava la gatta però sono sicuro che quella ci faceva fatica a guardare con quella maschera messa in faccia. Guardava in su e poi guardava all’albero e a un certo punto ho pensato “mo’ prende la rincorsa e ci sale sopra pure lei”. Ma invece niente. Quella guardava in su e poi guardava ancora all’albero. Poi ha fatto un passo indietro e ci ha tirato un pugno all’albero che se ci stavo io mi facevo pure male. Così l’albero si è scosso tutto e io pure. E ci ha fatto cadere a tutte le foglie che se lei ci guarda agli altri alberi attorno le foglie ce le vede ancora. A questo invece ce le ha fatte cadere tutte. Poco dopo ci è caduta pure la gatta che aveva una macchia nera sul muso e la recchia e ci è caduta proprio in braccio alla costumata. E la gatta faceva “maomao” che se ne voleva scappare di nuovo quasi che preferiva al cane, ma quella niente se l’è tenuta stretta fino a quando non ci hanno fatto la foto. “Vuole farsi bella” ho pensato. E invece Marescià, poi è successo il fattaccio. Tutt’e due m’hanno guardato brutto, con la gatta che ci aveva gli occhi accesi e muoveva la coda, mentre la costumata m’ha fatto vedere il dito verde, acceso pure lui, al punto che io ci ho chiuso gli occhi dalla paura! È qui Marescià che c’è stato il botto tipo che ci poteva essere scoppiato un tuono e quando ho riaperto gli occhi, com’è e come non è, sull’albero ci stavo io. Lo giuro Marescià, non ci ho scappato da solo, lei mi conosce. Mi sono trovato sopra all’albero così e la costumata stava al posto mio sulla panchina con la gatta in braccio. Che quella m’ha guardato dritto negli occhi e m’ha detto “tornando a casa troverai tua moglie: dalle una carezza e dille questa è la carezza di Giulietta”. No Marescià, non è stata la costumata, è stata la gatta. Me l’ha detto lei, lo giuro sulla testa dei suoi figli. Che io ce lo sapevo che sembrava tale e quale alla Giulietta mia. E ci stava pure una passante che ci guardava a tutti e scotolava la testa. Poi la costumata ha detto che ci doveva andare a liberare l’Italia non ho capito se dai cavalli o dai cavalieri perché mentre lo diceva è arrivata una macchina ed è sceso a Xman, che quello ci ha dato un bacio alla costumata così lungo che la gatta se n’è caduta di sotto. Poi mi ha guardato brutto brutto. No, non la gatta, Xman. M’ha guardato proprio brutto, tutto costumato pure lui, e io mi sono quasi cacato sotto Marescià. Che quando sono saliti tutti sull’auto e sono sgommati via con le mani e la coda che facevano ciaociao, io quasi ero contento. E se non ci veniva lei a farmi scendere io ci stavo ancora sopra all’albero a fare “gesùcesù”. Questo è tutto, Marescià. Mo’ me lo posso fare un tiro? Offre lei?