La malinconia del loop.
Non ne sbaglia una Capibara alias Luca Albino, romano, classe 1989. Dal sample trapana-meningi della titeltrack del Roxanne Ep in cui campionava la Christina Aguilera del fallimentare comeback, fino al singolo/EP degno di visibilità internazionale Felina insieme a Dropp e ai talenti della scena elettro italiana quali Yakamoto Kotzuga, Kidz 106, Hetkonen e Platonick Dive a lavorare sui remix.
Oltretutto Jordan, il suo album di debutto è anche l’album di debutto del capo dell’etichetta White Forest Records, di cui Luca è fondatore. Se gli EP hanno quindi generato delle enormi aspettative e il suo nome ha cominciato da subito a fare rima con “prospetto che molti attendevano al varco”, l’album è, senza se e senza ma,la grande conferma del suo enorme talento.
L’album inizia con un intro-ode ai videogiochi 2D iconici degli anni 90 ben tradotta da questa immagine propedeutica.
Ad aprire il sipario è il secondo singolo estratto James Harden, esemplificativa dell’intero mood dell’album, loop infiniti, rapidi e allo stesso tempo melodici, ma di una melodia non immediata, da scovare tra le righe del pentagramma ascolto dopo ascolto. Non me ne voglia il buon Capibara, amante dell’hiphop e dei ritmi afro-beat più sincopati. Luca Albino dà il meglio di se nelle tracce in cui il loop diventa tirato e i sinth lunghi e marcati, in cui le pause sono perfettamente settate e le voci dei cantanti ospiti si amalgamano lentamente con i beat sghembi e i mini campionamenti vocali( Felina, D, PTA, Inordinate).
C’è anche spazio per un Crookers momento in Toro, in cui i serratissimi quattro quarti vengono cavalcati dalle rime di Millelemmi (e Sabir), abilissimo nel portare a termine una missione per niente facile.
La titeltrack arriva a metà disco ed è un beat-ClamsCasino con il quale Capibara dimostra ancora una volta la sua versatilità. Strumentale Cloud-rap con un intermezzo lunghissimo che genera l’attesa tra il primo e il secondo atto del pezzo.
In I love you (Bitch) è andato a ripescare un sample di Kanye West, un mezzo secondo della Intro di Good Morning, contenuta nell’album Graduation. Sinth rotondi che suonano come una galoppata in levare e il mugugno looppato di Kanye in versione French Montana come perno.
La seconda parte del disco è pieno di ospitate pregio italiane, Capibara chiama a rapporto un sacco di nomi che dovrebbero farti sentire fiero di essere italiano: M+A, Lies, Platonick Dive, 12 Inch Plastic Toys, Sonambient e Dropp.
L’amore per l’ old school, già emerso nella scelta dei sample, ritorna in chiusura dell’album in Ricreazione, vocals post-dubstep combinati ai riverberi di una drum ‘n bass vecchio stampo e agli echi di una techno dissoltasi nello scorrere del tempo.
Un disco decisamente figlio del suo tempo, i tedeschi lo descriveberro con un termine filosofico che in italiano non esiste e che definisce l’appartenenza, in questo caso stilistica, agli avvenimenti della propria epoca: zeitgeistig. E che sia proprio il suo disco di debutto a decretarne il successo e ad aumentare la sua popolarità fuori dai confini italiani.
Se lo meriterebbe proprio questo giovanissimo romano dotato di un talento che non si insegna e non si impara nei corsi o nel corso del tempo. Che quella malinconia del loop che ritrovi in tutte le tracce del disco, generata dall’ansia claustrofobica che Roma ti regala involontariamente, diventi il suo marchio di fabbrica, quel non-so-che che ti rende riconoscibile in mezzo ad un mare di talenti.
Per malinconia intendo questo:
Buona fortuna Luca !