Il loro ultimo lavoro – 10 e 9 – è uscito da pochissimo e ve ne abbiamo anche dato un pezzetto qui. Oggi, però, vogliamo scavare un po’ di più e sapere: quali ascolti ci sono dietro? Che dischi collezionano IO e la TIGRE, laggiù nella giungla?
È il primo disco di Patti Smith ed anche il disco che IO ascoltava nel periodo in cui ha ripreso in mano la chitarra per mettere in musica alcune pagine del suo quadernino. È il disco dell’urgenza. È un salto nel vuoto. È la fine di un’attesa, piena di niente ma piena di qualsiasi cosa.
La Quinta Stagione (2007) – Cristina Donà
Più che un disco questo è stato un rifugio per IO. Un luogo nascosto dove proteggersi quando purtroppo nessuno ti sta cercando. Un disco a cui essere molto grati.
Kidnappet by Neptune (2005) – Scout Niblett
La scoperta della forza dirompente dell’imperfezione. Un disco che contiene fragilità, mancanza di controllo, urla, tutto in un perfetto equilibrio. Un disco estremamente sincero. Il disco che ha fatto venire voglia a IO di suonare in due.
The Madcap Laughs (1970) – Syd Barrett
Difficile scindere la storia di un artista dai propri dischi. Questo è un disco che commuove IO. Ogni volta.
Tutto l’amore che mi manca (2005) – Nada
Il colpo di fulmine. La persona appena conosciuta che ti sembra di conoscere da una vita. La stanza all’interno della quale ti muovi agilmente anche se la luce è spenta. Lo sguardo di chi ti conosce molto bene e che non si fa spaventare dalle tue inquietudini. Suonare prima di lei al secondo concerto di IO e la TIGRE, è stato per IO un piccolo sogno che si è avverato.
Tutti i loro album ma il primo, è il primo disco punk che ha fatto muovere le zampe alla TIGRE.
Un concentrato di melodia, riff veloci e aggressivi di un massimo di 3 accordi, retrogusto surf e garage che ti mettono una gran voglia di saltare, ballare e ridere. È il disco che potevi ascoltare un lunedì mattina piovoso, mentre andavi a scuola, con lo zainetto in spalla e una probabile interrogazione di matematica alla prima ora (e per la quale non avevi studiato) ma eri felice e sorridente comunque perché, quando partiva Blitzkrieg Bop, ti sentivi invincibile e non potevi che pensare “Take it easy, take it as it comes“. Qui c’è la spensieratezza e la grinta dell’adolescenza, le partite a pallavolo, la pizza il sabato sera e il cinema con le amiche o il primo fidanzatino.
È il primo lp per il quale la TIGRE si fece più di 100 km per comprarlo.
Era a Modena, in un piccolo negozio di dischi.
Lì chiese di poterlo ascoltare e quando partì Shove, alla TIGRE venne voglia di fare “la rivoluzione”. Era il periodo del movimento Riot, di band che urlavano incazzate testi contro gli abusi domestici, lo stupro e la violenza alle donne, testi sulla sessualità, il predominio maschile e il sessismo. Per la TIGRE è il disco che rappresenta la rabbia adolescenziale, il periodo in cui inizi a pensare, e a capire, che è possibile fare qualcosa per cambiare “le cose” che non ti piacciono.
Le chitarre graffiano e la voce grida rabbiosa, con l’urgenza di alimentare “quel fuoco”.
Ecchissene se suonano un po’ “sgallonate”, anzi.
Perché ad un certo punto la vita diventa complicata. Scopri che non è solo spensieratezza o rivoluzione ma che ci sono anche cose più “complesse” e allora ricerchi qualcosa di simile, una sorta di riscontro di quello che vivi, anche nella musica. Forse come a voler dare un senso alle cose e trovare una quadra.
We must Move Backwards to Progress, con quel riff “spezzato”, a volte un po’ indolente e quella voce che cerca di urlare a pieni polmoni ma “non ce la fa”… ecco questa è la canzone che ha fatto trovare la quadra alla TIGRE. The Speeding Train invece è “l’isola” che ti dà il sollievo per qualche istante.
Much Against Everyone’s Advice (1998) – Soulwax
Perché in questo disco c’è la forza della melodia e delle chitarre che per la prima volte (prima per le orecchie della TIGRE) si sposano in modo eccellente, con l’elettronica e la musica dance.
Melodie killer che dopo il primo ascolto non ti si tolgono più dalla testa, con una batteria elettronica che non è mai fuori luogo ma che riesce a dare un tiro alle canzoni pazzesco. Sentire “roba” così, per la TIGRE, è stata una bella botta, insomma ti apre la testa in due. Immaginarsi i Beatles sul palco, con la batteria elettronica al posto di Ringo Star, che suonano il rock dei dEUs e…roba forte.
Perché è un disco clamoroso, una combinazione perfetta di sonorità pesanti, psichedelia e melodia.
Vortex Surfer fu la prima canzone che fecero ascoltare alla TIGRE al telefono di casa: 8 minuti di incessante crescendo strumentale e vocale, una melodia struggente su chitarre granitiche che esplode in un grido struggente nel finale. Capolavoro. È ancora una delle canzoni preferite della TIGRE che, ovviamente, non ascolta più al telefono: dopo aver consumato la cassettina che le doppiarono, corse a comprarsi il disco.