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C’è voluto quasi un triennio di registrazioni, ma alla fine i Sodastream hanno finalmente pubblicato il loro nuovo album Little by Little, a ben dieci anni di distanza dall’ultima fatica discografica. Il disco – uscito in Australia il 13 febbraio, da oggi nel resto del mondo – rinvigorisce il culto per il duo australiano formato da Karl Smith e Pete Cohen, amato dai Belle & Sebastien e da schiere di fan.
La band presenterà Little by Little con ben 5 date consecutive italiane (dal 28 marzo al 1° aprile a Milano, Bologna, Pescara, Roma e Torino), così come italiana è l’etichetta che si occupa della promozione dell’opera, la A Modest Proposal Records.
Intanto, Karl dei Sodastream ci racconta traccia dopo traccia questo lavoro intimo e malinconico nella sua profondità lirica e nella sua apparente elementarità melodica. Tra i canoni dell’indie-pop e la coralità del folk, potrebbe essere il disco che vi farà (ri)scoprire una band a cui appassionarsi sinceramente.
Colouring Iris
Jesus della spagnola Acuarela Discos ci chiese di contribuire a una compilation a cui stava lavorando per la sua etichetta nel 2004 (credo). Il tema della collezione era l’acquerello (come il nome dell’etichetta). Abbiamo scritto questa canzone e registrata in casa.
Il brano è finito per diventare uno dei nostri preferiti e spesso lo inserivamo nelle scalette dei concerti. Nel corso del tempo si è sviluppato e per certi versi lo sentivamo incompleto, come se necessitasse un’altra occhiata. Ci siamo accorti che il brano si adattava bene alla nuova raccolta così ne abbiamo approfittato per dargli una nuova forma e lavorare su arrangiamenti migliori. L’aggiunta della viola di Jenny Thomas e delle chitarre e tastiere di Greg Walker ha davvero dato vita alla coda del brano.
Habits
Sebbene un paio delle canzoni di Little by Little fossero state scritte durante le session di Reservations, Habits è stata la prima canzone completamente inedita su cui abbiamo lavorato. Le parole e l’atmosfera del brano danno davvero il la al resto del disco, con il suo mix di luci e ombre, apertura e claustrofobia.
La canzone racconta la storia di un tizio che fa i conti con l’invecchiamento. Si sente come se si stesse perdendo mentre la vita lo maltratta. Invece di provare a conviverci e a comprendere però lui se la prende con il partner e la trascina giù con sé.
Three Sins
Ho cominciato a pensare al testo che sarebbe poi diventato Three Sins molto tempo fa. Volevo capire perché alcune persone agiscano seguendo i propri impulsi più oscuri mentre altri no. Per me è incredibile che ciò che siamo disposti a fare e fino a che punto siamo disposti a farlo dipenda così spesso dalle verità o bugie che raccontiamo a noi stessi.
Ho cominciato a strimpellare alcuni accordi alla chitarra con questi pensieri in testa ed è subito venuta fuori la giusta melodia. E mentre approfondivo i personaggi, la storia è venuta a galla. Ho semplicemente scritto quanto vedevo attraverso gli occhi dei protagonisti e per la fine della serata la canzone era completa. Sono rimasto sorpreso da come sia andata… ma certe volte i brani ti portano via e devi solo tenerti forte per la corsa.
Letting Go
Quando penso a questo pezzo, l’immagine che ho in testa è quella di un adolescente che corre ad alta velocità lungo strade fatiscenti. Spinge via le persone che incrocia, scappa dal traffico, attraverso parchi e giù sulle rotaie di treni suburbani.
Letting Go è una canzone molto semplice sulla rabbia, sulla frustrazione e sulla confusione nell’adolescenza. Parla di quel momento esasperato in cui tutte le emozioni esplodono e sono impossibili da controllare.
Grey Waves
Essendo cresciuto sulla costa di Perth ho sempre avuto molti amici appassionati di surf. Passavano giorni e ore sulle onde e avevano questa connessione stupefacente con l’acqua.
Per molti versi suonare è come fare surf. È uno stile di vita che richiede totale dedizione (se vuoi diventare bravo) ed è anche un modo di interpretare e comprendere il mondo. Tuttavia, come ogni attività idealistica, diventa incasinato quando entra in contatto con la vita vera. Invecchiando, spuntano le pressioni e le contraddizioni della vita giornaliera, la famiglia e il lavoro e quell’ideale giovanile deve diventare qualcos’altro per vivere.
Ho scritto questa piccola storia pensando al mio rapporto con la musica e a come si si trasformato da una pura forma d’espressione giovanile ad una più meditativa in cui posso riflettere e provare a comprendere le cose.
Moving
Questa canzone parla di sogni non realizzati e di quanto spesso ci rifiutiamo di accettare che il percorso che abbiamo intrapreso non sia più quello giusto. Molti di noi fanno finta di nulla continuando nel cieco perseguimento di qualunque obiettivo di vita o di carriera ci siamo prefissati da giovani. Ci dimentichiamo di fermarci lungo il cammino per riassestarci e chiedersi il perché di ciò che facciamo, o se ciò che facciamo sia davvero la cosa migliore per noi.
Diventiamo orgogliosi nella nostra perseveranza e determinazione, cominciando tutti i nostri sforzi su ricompense elusive. Ma nella realtà non “arriviamo” mai davvero da nessuna parte. Il viaggio è l’unica vera ricompensa. Niente va mai a finire nel modo in cui ci aspettiamo quindi se non ci stiamo godendo il viaggio, stiamo perdendo tempo.
Walking Bones
Sono cresciuto in Bangladesh e mi sono trasferito a Perth nell’ovest dell’Australia quando avevo 13 anni. Lo shock di trasferirmi da uno dei Paesi più poveri al mondo a uno dei più ricchi è stato forte. Le strade pulite, le belle case e le spiagge immacolate sembravano fuori dall’ordinario eppure la città era ben distante da quel paradiso che sembrava essere di primo acchito.
Non molto tempo dopo il nostro arrivo a Perth mia madre cominciò a lavorare con gente del posto che combatteva contro problemi di droga e alcool. Con il tempo divennero una parte sempre più grande delle nostre vite e vedevo la stessa disperazione e mancanza di speranza che ricordavo nei bassifondi di Dhaka – solo che questa volta non erano il sintomo di umiliante povertà ma conseguenze di misere decisioni di vita, abusi sessuali e dipendenze intergenerazionali.
Ero un adolescente che provava a comprendere il mondo intorno a sé ma tutto sembrava così violento e fuori controllo. La gente moriva, facendo del male a se stessi e agli altri, e tramandava i propri problemi ai figli. Walking Bones è una riflessione su quel periodo.
Tyre Iron
Per certi versi questa canzone è sorella a Letting Go. Il testo è più astratto e atmosferico, e la lenta e inquieta introduzione è un riflesso della tensione tra i due personaggi del brano – una giovane coppia sul punto di lasciarsi che cerca di comunicare ma non sembra capace di farlo.
On the Stage
Mi è sempre piaciuta la melodia di questa e quando Pete ha aggiunto la sua linea di basso e Marty ci ha messo quel rolling beat tutto si è incastrato nel modo giusto.
Il nocciolo del brano è in quei sentimenti che tutti nutriamo quando siamo da soli nel mondo, lontani dalle persone che conosciamo e dai luoghi familiari. Il senso di avventura e della libertà che dà il viaggio è sorprendente, ma ci sono sempre quei momenti silenziosi quando vengono fuori le emozioni e desidereresti soltanto allungare le braccia e raggiungere casa.
Saturday’s Ash
Alcuni anni fa, dopo aver vissuto quasi quindici anni nel centro di Melbourne, mi sono trasferito in campagna con la mia famiglia. Ci siamo lasciati alle spalle il rumore e il cemento grigio della città e abbiamo abbracciato il senso dello spazio, gli alberi e la rigogliosa fauna selvatica delle colline. Tuttavia vivendo lì fuori ho fatto conoscenza anche delle rigide realtà dell’estate australiana, della stagione degli incendi boschivi. Ogni estate, non appena le temperature cominciavano ad alzarsi, si insinuava un familiare senso di ansia.
C’è stata un’estate in particolare che ci ha agitato tutti. Erano trascorsi cinque anni buoni dai roghi del Black Saturday ma le giornate erano caldissime e cominciò a salire l’allarme per gli incendi. Casa nostra non era molto lontana da dove molte case e vite erano state bruciate via.
Ho scritto il testo di Saturday’s Ash quell’estate. Immagino fosse il mio modo di riflettere su quanto le persone lì avevano attraversato e di provare a capire come deve essere rialzarsi di nuovo dopo aver perso così tanto.
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