In un anno in cui sembra che le buone notizie scarseggino ogni giorno di più, anche Roy Ayers ha da poco lasciato questa caotica dimensione terrena, non senza uno stuolo di menti creative che lo hanno omaggiato ringraziandolo del suo contributo alla fioritura spirituale e politica della musica moderna.
Tyler, The Creator (che nel 2015 lo aveva ospitato sulla sua FIND YOUR WINGS) ha detto nelle stories: “Ho imparato tutto da quest’uomo. Ho cercato di parlare di lui il più possibile. Lui è alla base del mio suono. Un vero alieno”. Nel 2016, quando era andato a vederlo a Los Angeles (città natale di entrambi), aveva postato un breve video, commentandolo così: “Grazie Roy, ti amo. Vedere ‘Searching’ ieri è stato incredibile. Non sono nemmeno riuscito a fare un video, i miei occhi erano incollati alle due sfere blu elettrico (le mazze del vibrafono, ndr.) che emettevano vibrazioni parallele agli accordi in cui le mie orecchie galleggiavano. […] Spero un giorno di poter unire persone di diverse età provenienti da mille posti diversi alla stessa maniera”.
Kaytranada ha postato nelle sue storie il brano Keep on Movin’ per omaggiare questo artista che tante volte nel suo passato aveva shazammato, come dimostra questa sua vecchia playlist.
Questlove ha dichiarato che il suo sample preferito di tutti i tempi è J Dilla che campiona Ain’t Got Time di Roy Ayers per la traccia Little Brother dei Black Star.
Ma che posizione aveva Roy Ayers, un artista che negli ultimi 30 anni ha segnato con la sua musica così tanti capolavori, nei confronti dei sample?
In molte interviste gli viene posta questa domanda, e lui non è mai stato reticente nello spiegare il suo sentiment nei confronti di questa pratica ancora tanto dibattuta. “Io penso che l’Hip Hop sia qui per restare”, ha affermato nel 2016. “Nella mia mente immagino uno stile che fonda Jazz e Hip Hop insieme. Molti gruppi hanno provato a farlo campionando roba, ma non l’ho ancora visto fare nella maniera in cui me lo immagino”. Le sue posizioni nei confronti della street culture, dunque, sono di grande apertura, e sarebbe strano il contrario visto che nel lontano 1994 a seguire il tour promozionale di Jazzmatazz Volume 1 di Guru accanto ad altri giganti del Jazz c’era proprio Roy Ayers. Di quel tour, il re del vibrafono (come lui stesso amava definirsi senza falsi convenevoli) aveva raccontato che “è stato bellissimo, perché il Jazz aveva portato il pubblico maturo, mentre il Rap aveva portato il pubblico giovane, una vibe incredibile”.
Nelle occasioni in cui poi gli viene esplicitamente chiesto cosa ne pensa di chi ha campionato la sua musica, ha sempre avuto una posizione coerente: “Un giorno i miei figli mi hanno detto ‘papà, qualcuno sta suonando un tuo disco, ma suona strano, diverso’. Ho pensato fosse incredibile”. In un’altra intervista, sempre nel 2016 ha detto di sentirsi onorato che grandi menti come Erykah Badu, Jill Scott, A Tribe Called Quest avessero deciso di attingere al suo catalogo. E senza peli sulla lingua, ha commentato quella volta in cui Mary J Blige cantò su un sample di Everybody loves the sunshine dicendo: “è bellissimo quando hai una hit che dura per sempre, soprattutto quando ti entra il denaro!”. Una posizione dunque chiara: puoi usare la mia musica e sono felice di ispirarti, ma devi dare a Cesare quel che è di Cesare.
La prima volta in cui un duo di Brooklyn, gli X-Clan aveva campionato la sua Red, Black & Green, lui non era stato nemmeno avvisato, ed era sicuro di aver perso molto denaro che gli sarebbe spettato di diritto dall’uso di un suo brano.
Tuttavia, questo non gli ha mai tolto l’emozione di poter costruire un nuovo pubblico proprio grazie all’uso della sua musica da parte di altri artisti, e anzi in molte occasioni risulta mega critico nei confronti di chi è restio al sampling. Di Rick James, che al tempo si era adirato perché MC Hammer aveva campionato un suo brano nella sua iconica U Can’t Touch This, Roy Ayers ha detto: “He didn’t like the sample but I’m sure he did like the money!”.