“Ci piacevamo da lontano, ci siamo conosciuti e ci siamo piaciuti pure da vicino”.
Sembra l’inizio di una storia d’amore e un po’ forse lo è: l’incontro tra Giovanni Truppi e i Thru Collected è come una scintilla, scoccata nei pensieri, ancor prima che nella realtà. Giovanni e i Thruco condividono le stesse radici partenopee e un modo di intendere la musica senza patina e senza sovrastrutture. Thruppi è la sintesi di questo incontro, l’unione di due generazioni distanti che però corrono su un comune binario artistico.
Di qui il loro album congiunto che accoglie le loro individualità sommandole in un racconto universale dove trovano spazio l’adolescenza e l’età adulta e, musicalmente, il background di entrambi tra cantautorato, punk, noise, blues, jazz e indie rock.
Proprio a questo proposito ci piace immaginare che in studio, oltre a Thruppi, siano nate lunghe conversazioni sui gusti musicali e scambi di dischi tra l’uno e gli altri: così abbiamo chiesto a Giovanni Truppi che disco consiglierebbe ai Thru Collected e viceversa.
Il disco che Giovanni Truppi consiglia ai Thru Collected:
“Dal Vivo Volume I – Buontempo” è un disco incredibile di Ivano Fossati che ascoltavo molto quando avevo vent’anni (so che è strano). Anche se Fossati non è in prima fila tra i miei cantautori di riferimento trovo che questo album sia (insieme al volume successivo) pieno di brani bellissimi suonati e arrangiati meravigliosamente. Se ascolto De André, Conte, Dalla o Battiato godo di questi artisti; se ascolto Buontempo godo della canzone italiana. È uno dei dischi più complementari alla musica dei Thru che mi vengono in mente, per questo glielo consiglio.
Oltre perché mi viene da sorridere se mi immagino il clash della faccia di ognuno di loro con questo disco di sottofondo.
Il disco che i Thru Collected consigliano a Giovanni Truppi:
“The Road To Hell Is Paved With Good Intentions” è un disco incredibile di Vegyn che ci ha messi tutti d’accordo, perché durante l’ascolto sembra disegnare un’immagine di ricordi sbiaditi contraddistinti da un sentimento molto ambiguo di malinconia felice che ci appartiene molto.
Il clima in cui ti travolge riporta al tempo, alla sua capacità di scorrere via pur lasciando costantemente segni; ed è un po’ quello che fa la musica, quindi ci piace condividerlo con Giovanni sperando che si lasci trasportare in quella dimensione dove non c’è tempo né spazio, la stessa in cui ci siamo ritrovati collaborando assieme.
È un ibrido fra digitale e analogico, proprio come noi.