Una certa attitudine world sembra aver pervaso il sistema-musica italiano: ne è un esempio il recente viaggio suburbano di Go Dugong, controparte metropolitana del safari notturno di Populous, volto pop di un certo panafricanismo nostrano di cui Clap! Clap! e DJ Khalab incarnano invece la côté dancefloor. Proprio in questo solco si colloca Medicamentosa, giovane producer modenese classe ’94, che da qualche arpeggio improvvisato su Audacity, è approdato su Ableton con un pad, delle percussioni tribali, una chitarra alla mano e una particolare inclinazione per il sampling.
Voci di ogni angolo dell’Africa sub-sahariana si intrecciano ad un groove nerboruto, ritmiche in rampa di lancio, solari fraseggi chitarristici (Ekunda) e synth ancestrali (Sentiero). Un trip future-roots — battezzato Iraglas — in cui la bass-culture incontra echi di un mondo lontano: una dialettica a tratti febbricitante, a tratti rilassata; a tratti plumbea, a tratti dreamy (come nell’elegante Tanganica). Una volubilità nella quale si mescolano interperanze à la Clap! Clap!, progressioni di Jon Hopkins-iana memoria, un amore per il raggae e la dub, per i ritmi spezzati, ma anche per la cassa in quarti.