A partire dagli anni ’70, il Soul è stato il genere che più si è stabilito nella cultura popolare come il simbolo della rivendicazione dei corpi e delle identità della comunità afroamericana. Negli anni ’80, poi, qualcosa cambia: le sonorità si fanno più elettroniche e anche artistə di punta del Soul come Marvin Gaye, Stevie Wonder e Aretha Franklin si lanciano in esperimenti di ibridazione non sempre vincenti per correre ai ripari dal rischio che il loro suono “invecchi”. A un certo punto sembra ormai innegabile: il Soul è morto. Quella patina di calore, tatto e sensualità è ormai schiacciato dal progresso elettronico e nessuno potrà più riportarlo in vita.
In uno schiocco di dita arriva il 1994. Un giovanissimo Michael Archer, da qualche anno trasferitosi a New York per cercare fortuna con la sua musica, lascia il gruppo Hip Hop con cui girava al tempo, gli IDU (Intelligent, Deadly but Unique) e firma un contratto individuale con EMI per registrare quello che sarà il suo disco di debutto, Brown Sugar.
Quel blend perfetto tra Hip Hop, Soul e Jazz darà vita a un movimento tutto nuovo e come tale di certo non piacevolissimo per tutti, artisti e ascoltatori: il termine Neo Soul, infatti, si porta dietro la superficialità e la leggerezza di tutti i movimenti artistici che prendono i passi da qualcosa che già esiste e ha la sua identità, in questo caso il grande, immenso, titanico Soul. Questa è la ragione per cui moltə artistə che oggi associamo a quel movimento, prima fra tutte Erykah Badu, non ama essere associata a quel genere, in quanto lo trovano riduttivo per l’espressione ampia e sentimentale che invece l’esperienza di quegli anni aveva generato a New York.
Il 1996/98 è il biennio delle magie intitolate Baduizm, Maxwell’s Urban Hang Suite e The Miseducation of Lauryn Hill che spianano la strada per il 2000: agli Electric Lady Studios di New York, Erykah Badu sta registrando Mama’s Gun, Common sta registrando Like Water For Chocolate, Bilal il suo 1st Born Second e nello stesso momento The Roots e D’Angelo stanno lavorando a Voodoo. Così, come satelliti, intorno a questa realtà gravitano altri nomi giganti tra cui J Dilla, Q-tip, Questlove, e “Jilly from Philly”, la grandissima Jill Scott, insieme ad altri spesso rimasti più adombrati, come i produttori Raphael Saadiq, Angie Stone, Ali Shaheed Muhammad e l’ingegnere del suono Russell Elevado.
Innumerevoli interviste e approfondimenti sono stati fatti su questo collettivo, poi diventato noto come i Soulquarians. Ed è a loro, e al Neo Soul come corrente a tutto tondo, che vogliamo dedicare questo spazio, selezionando 5 degli innumerevoli dischi che hanno fatto la storia di questo genere e dai quali devi assolutamente cominciare se vuoi conoscerne le radici.