Come vi avevamo anticipato qualche settimana fa, nel pentolone musicale di Red Bull è ribollito per tutto maggio un programma niente male: dopo il Culture Clash, che ha monopolizzato le conversazioni milanesi prima, durante e dopo l’evento, un festival inedito, in una location che non ti aspetti e con un artistico degno della rassegna elettronica più titolata.
Stiamo parlando di One Festival, che ti avevamo già presentato qui, i cui headliner erano, tanto per dire due nomi, Four Tet, Cosmin TRG, Floating Points, Tevo Howard, Mouse on Mars, Lone e una vagonata di altra gente. La crew di Red Bull ci ha gentilmente invitato ad andare all’evento insieme ad un nutrito gruppetto di music blogger (l’ho scritto davvero?) e la situa è stata una bomba. Non solo per il clima goliardico che si è da subito creato, ma soprattutto perché eravamo destinati verso uno scenario ignoto, da cui nessuno sapeva cosa aspettarsi (leggi anche le parole di Damir al riguardo direttamente sul sito di Red Bull).
Il One Festival ha invaso per l’occasione la pista del Cocoricò di Riccione, e se a questo punto ti viene voglia di chiudere il pezzo e andare a giocare una partita di badminton, te dico fermate. Perché il Cocoricò è strutturalmente uno dei locali italiani con le potenzialità più grandi – corridoi che si intersecano facendoti perdere il senso dell’orientamento, sale nascoste, angoli di musica diversa che convivono senza cannibalizzarsi – ma soprattutto perché uscire dalla propria clubbing zone per esplorarne una nuova, ti apre gli orizzonti.
Nel locale di Riccione ho avuto modo di apprezzare la permeabilità di un pubblico abituato a ben altri suoni (Steve Aoki, Avicii, Benny Benassi) che invece di rispondere con una diaspora del dancefloor, si è sforzato a tutti i costi di capire quello che stava accadendo in console. Per qualcuno nomi noti, per tanti altri dei perfetti sconosciuti, tutti hanno legnato come se il locale fosse destinato all’abbattimento il giorno successivo.
Dall’altro lato, i complimenti vanno agli artisti che hanno preso parte a questa one night firmata dalla Music Academy: i Mouse on Mars si sono dimostrati chirurgici nell’uso di campioni e batteria, anche se non nascondo di non amarli particolarmente; Four Tet è riuscito a far interagire perfettamente la sua natura con la cassa in 4/4, Floating Points ha sorpreso con un set molto lontano dall’usuale selecta funky e soul tirando randellate di tech house; Cosmin TRG impeccabile col suo sound berlinese mutato direttamente dalla 50Weapons.
Menzione speciali per i nostrani Vaghe Stelle e Broke One che hanno portato a casa un altro risultato e per Tevo Howard che mixava con un braccio ingessato.
Menzione pollice verso: LONE ABBASSA QUEI VOLUMI. STO ANCORA RECUPERANDO L’UDITO.
Se tornerei al One Festival? Ad occhi chiusi e con delle scarpe più comode.
Thanks to those friendly chaps @ Red Bull per l’invito.
Tutte le foto sono di Giulia Soldavini x Red Bull.