Ringgo Ancheta, meglio conosciuto come Mndsgn, è uno di quegli artisti che seguiamo con grande attenzione fin dagli esordi. Il suo debutto “Yawn Zen” ci aveva decisamente convinto, questo nuovo “Body Wash” assolutamente entusiasmato. Per l’occasione, il produttore losanagelino ha alzato la temperatura della sua musica grazie a dosi massicce di solare cosmic-boogie funk, accostabile per certi versi a quello del suo compagno di label Dâm-Funk. Finalmente, dopo una rincorsa durata mesi, siamo riusciti a rivolgergli alcune domande.
Ecco cosa ci ha risposto.
L’ambiente nel quale sei cresciuto è piuttosto insolito per la comunità hip hop dalla quale provieni. Ci racconteresti qualcosa del tuo background e dei tuoi primi ricordi musicali?
Uno dei primi ricordi che ho è lo stare nel garage di mio zio a San Diego, dove aveva una sala prove per la sua band, all’età di quattro o cinque anni. Già allora tendevo ad interessarmi alla batteria più che ad ogni altro strumento. Ogni volta che ce ne tornavamo a casa dopo avergli fatto visita, mi mettevo a tirare giù i cuscini dal divano che avevamo in salotto disponendoli come se fossero i vari pezzi di una batteria e mi mettevo a far finta di suonare dietro a qualsiasi canzone passasse alla radio. Essendo il più piccolo di quattro fratelli poi, ascoltavo quello che ascoltavano loro di continuo, un misto di rap anni 90 e r&b. Durante tutta la nostra infanzia abbiamo collezionato avidamente albums su cassetta. Tra i miei primi nastri c’erano Wu Tang Clan e Kris Kross. Durante il periodo delle scuole medie, grazie a mia sorella nel tentativo di convincere me e nostra madre a frequentare la chiesa battista del posto, sono venuto a contatto con la musica gospel. Arrivando alle scuole superiori, tramite mio fratello più grande ed alcuni suoi coetanei, ho imparato a produrre i primi beats usando FL Studio, ovvero Fruity Loops.
Come sei entrato in contatto con la Stones Throw cominciando a produrre musica per loro?
Grazie a dei buoni amici come Jonwayne e la sua label Authors, Sofie di SOS Radio e Matthewdavid, boss della Leaving Records, le mie produzioni sono arrivate alle orecchie di Peanut Butter Wold e dei suoi collaboratori alla Stones Throw. “Yawn Zen” originariamente era stato prodotto per la Leaving Records ma ad un certo punto lo stesso Wolf si mostrò interessato a pubblicarlo direttamente sulla sua label. Cosi, con il benestare di Matthew, quel disco ha potuto brillare ancora più intensamente di quanto non avrebbe fatto se fosse stato pubblicato da Leaving.
Quali sono le tue releases o i tuoi artisti preferiti del catalogo Stones Throw?
Lootpack, Dilla, Madlib, Doom, Georgia, Dam… Saranno sempre tra i miei classici preferiti. Comunque anche tutti gli artisti Stones Throw più recenti sono incredibili. È davvero difficile sceglierne solo qualcuno come favorito.
Ci racconteresti qualcosa delle fasi di produzione di “Body Wash” e delle circostanze nelle quali è stato realizzato?
Il disco è stato pensato, composto, registrato e prodotto a Los Angeles, e più precisamente nel quartiere di Highland Park. I synths che ho usato prevalentemente sono lo Yamaha DX5, il Roland Juno ed un Moog Opus, registrando le varie tracce in Ableton. Lo stare nello stesso posto per tutto il periodo della lavorazione ha regalato una certa coesione al tutto. Nonostante ci siano stati dei cambiamenti rapidi in questa parte della città, ci sono ancora zone che sono rimaste genuine, veraci. Ho decisamente fatto in modo che questo trovasse spazio nella musica che ho prodotto lì.
Quali sono secondo te le principali differenze tra questo nuovo disco e “Yawn Zen”?
Ci sono più parti vocali, più dinamica e una componente narrativa maggiore… Al suo interno viene raccontata una storia, sta agli ascoltatori cercare di interpretarla a modo proprio.
Tecnicamente, come lavori alle tue tracce? Vai ancora alla ricerca di dischi da campionare o preferisci registrare solo composizioni tue rimaneggiandole poi in un secondo tempo?
Non ascolto più i dischi come facevo un tempo. Mi piace ascoltare lo sviluppo di un intera canzone piuttosto che cercare le parti giuste per creare un loop. Studiare gli arrangiamenti e le progressioni di accordi è diventato il mio modo di campionare quello che è andato perso e dimenticato.
Ci puoi raccontare qualcosa a proposito della serie mensile Breakfast with Ringgo, diffusa dai canali di Boiler Room, e più in generale se il djing è una disciplina dell hip hop che ancora oggi ti affascina?
Lo show è in stand-by al momento, a causa della lavorazione al nuovo album, per cui non viene più prodotta con scadenza mensile. Ad ogni modo, mi vedo più come un selector che come un dj. Mi piace scovare dischi e suonarli. Comunque un giorno mi piacerebbe poter imparare a fare scratch.
Che piani hai per il resto dell’anno? Sei in fase di promozione ed impegnato in un tour al momento? C`è la possibilità di vederti in Europa in un prossimo futuro?
Mi sto preparando ad andare in tour in giro per gli Stati Uniti. Farò la East Coast in Ottobre e la West Coast in novembre. E sicuramente ho in programma di venire in Europa subito dopo!